Piet Mondrian, Ansa del Fiume Gein con Undici Alberi di Pioppo, 1906 Piet Mondrian, Isolated Tree on the Gein, 1906-07 Piet Mondrian, Final Study for The red Tree (Evening), 1908 Piet Mondrian, Apple Tree in Blue, 1908 Piet Mondrian, The Red Tree (Evening), 1908-10 Piet Mondrian, Study of Trees 1, 1912

 

 

 

 

 

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Con i paesaggi tutti orizzontali e gli edifici tutti verticali si mostrava nella pagina precedente la nascita di uno spazio basato su di una relazione fra entità opposte che già si era manifestato un anno prima con la figura di un singolo albero e che, fra il 1908 ed il 1912, diventa il motivo centrale di nuove opere. Mondrian non si interessa alla chioma verde dell'albero ma alla relazione fra il tronco ed i rami. Il pittore osserva il tronco sbocciare in una moltitudine di rami che si moltiplicano in tutte le direzioni e soprattutto in senso orizzontale. Orizzontale come i paesaggi di quel periodo. Allo stesso tempo egli contempla il molteplice insieme dei rami concentrarsi nell'unità verticale del tronco. Verticale come i mulini, i fari ed i campanili di quegli stessi anni. Già nella figura del singolo albero inizia così a palesarsi la dialettica, che prenderà corpo con i paesaggi e gli edifici, fra espansione in senso orizzontale e concentrazione in senso verticale; dialettica fra molteplice (i rami) ed uno (il tronco).

 

La natura si espande e si moltiplica in una varietà infinita di forme e colori che non smettono di rinnovarsi e cambiare aspetto. "Tutto quello che vediamo si dilegua. La natura è sempre la stessa ma nulla resta di essa, di ciò che appare. La nostra arte deve dare il brivido della sua durata, deve farcela gustare eterna." (Cézanne)
Di fronte al mutevole aspetto della natura, la quale cambia continuamente pur restando sempre sé stessa, lo spirito umano invoca sintesi ed unità. Da questo punto di vista la figura dell'albero tracciata in questi anni da Mondrian appare come una metafora visiva del desiderio umano di trovare sintesi ed unità (il tronco) delle molteplici e mutevoli parvenze del mondo di cui, in questo caso, i rami sono un'evocazione. In questa fase lo sguardo dell'artista è ancora legato alle apparenze del mondo esterno, ma segue intuitivamente le tracce di un disegno interiore.

 

La figura dell'albero è dunque un simbolo plastico della relazione fra la molteplicità della natura e la coscienza unificante. Se tuttavia anche l'uomo è natura, tale relazione implica un'interazione dell'uomo non solo con la natura esterna ma, allo stesso tempo, con la sua stessa natura; interazione fra le sue pulsioni naturali e le istanze razionali e spirituali che su quelle tendono invece ad esercitare controllo. Gli istinti accomunano l'uomo alla natura mentre l'intelletto e lo spirito spesso tendono ad allontanare l'uomo dal naturale che è in lui fino ad esercitare contrasto ed opposizione fra naturale a spirituale. Da qui il contrasto che, nello spazio bidimensionale della pittura, più efficacemente si esprime con un'orizzontale (il naturale) ed una verticale (lo spirituale). La figura dell'albero è dunque una metafora visiva del soggetto umano alle prese con la natura esterna e con la natura interiore. Come dipingere simultaneamente realtà esterna e realtà interiore se non astraendo dalle sole parvenze del mondo esterno?
Da qui parte il processo di astrazione che di lì a poco si svilupperà con la fase cubista.

 


 

Piet Mondrian, Ansa del Fiume Gein con Undici Alberi di Pioppo, 1906 Piet Mondrian, Isolated Tree on the Gein, 1906-07 Piet Mondrian, Final Study for The red Tree (Evening), 1908 Piet Mondrian, Apple Tree in Blue, 1908 Piet Mondrian, The Red Tree (Evening), 1908-10 Piet Mondrian, Study of Trees 1, 1912