Piet Mondrian, Seascape, 1909 Piet Mondrian, Lighthouse at Westkapelle, 1909 Piet Mondrian, Study of Trees 1, 1912   oPiet Mondrian, Composition II, 1913 B  

Diversamente dagli altri segni, quello interno al rettangolo esprime una condizione più stabile e duratura che
sembra svolgere una funzione di archetipo al quale e dal quale tutti i segni circostanti si avvicinano e si allontanano.
La varietà dei segni che si propaga su tutta la superficie del dipinto appare come una variazione di quel modello.
Il rettangolo, che ha le stesse proporzioni della tela, evoca una sintesi ideale dell'intera composizione.

Dopo aver perso l'unità suggerita in forma metaforica nella figura del singolo albero con il tronco che univa la pluralità dei rami, Mondrian trova ora un'unità concreta e reale dello spazio pittorico (il rettangolo centrale) la quale, poiché astratta, non vale più solo per la figura di un certo albero.

In questo modo lo spazio nuovo può evocare tutte le cose senza più limitarsi alle parvenze di alcune di esse.
In questo modo il cubismo di Mondrian amplia lo sguardo ed apre la via verso una visione universale della realtà.
"Quanto ai dettagli, il pittore non deve più preoccuparsene. C’è la fotografia per rendere cento volte meglio e più rapidamente la moltitudine dei particolari." (Matisse).

 

 

L'esame di una natura morta consente di vedere come ciò che si è appena osservato nell'opera astratta del 1913 fosse già sostanzialmente presente in un dipinto naturalista del 1901 e che, pertanto, il processo di astrazione costituisca la più naturale evoluzione della visione naturalista o "figurativa" come usa dire oggi.

Della natura morta Mondrian realizza due versioni che mostrano leggere ma significative differenze a testimonianza del particolare interesse che l'artista nutriva per quel tipo di composizione.
La versione presa qui in esame (riprodotta a colori) presenta delle mele, un piatto ed un vaso poggiati su di un panno steso sopra ad una mensola.

Il piatto è rivolto verso il muro e la sua base presenta una forma circolare di proporzioni analoghe a quelle delle mele. Una relazione nasce spontanea fra quell'unico tondo preciso (il piatto) ed i tondi imprecisi e dalle apparenze tutte diverse delle mele. La forma circolare costruita dall’uomo evoca nel centro della composizione un modello ideale del variabile e multiforme aspetto naturale.

 

Piet Mondrian, Composition II, 1913  
A

Attraverso il processo di astrazione che si realizza durante il periodo cubista, la relazione fra orizzontale e verticale,
ancora velata dalle parvenze di un certo albero (A), emerge in forma chiara ed evidente all'interno di un rettangolo (B).
Nel rettangolo la relazione fra le opposte direzioni appare più equilibrata mentre intorno l'una prevale sull'altra.
Una struttura univoca, statica e vincolata alle apparenze di un certo albero (A) si fa dinamica e cambia continuamente

 

aspetto (B). Sebbene in forma astratta, vale a dire in modo essenziale, quella struttura evoca ora idealmente una varietà di possibili alberi.
Per i pittori cubisti così come per i futuristi il fine fu quello di dare forma al movimento. In un mondo dinamico governato da mutevoli relazioni fra le cose
può avere ancora senso dipingere un albero da un unico punto di vista (A) e pretendere che quella sia la realtà? Come si è detto, per Mondrian il Cubismo è soprattutto
una chiave per decifrare attraverso lo spazio interiore una realtà più vera che si cela nelle mutevoli sembianze del quotidiano.

 

"Dipingere non è copiare servilmente l'oggetto, è cogliere l'armonia fra numerosi rapporti e trasferirli in un sistema proprio, sviluppandoli secondo una logica nuova e originale.° (Cézanne). In un insieme di relazioni fra orizzontali e verticali Mondrian trova il "proprio sistema" che, nelle due uniche e reali dimensioni della pittura, esprime il molteplice e cangiante aspetto del mondo senza trascurare il desiderio di certezza ed unità che proviene dal mondo interiore.

 

Anche il rettangolo nel centro della composizione astratta evoca una sintesi ideale di un mutevole insieme di entità che cambiano continuamente aspetto. Entrambe le opere mettono in relazione l'aspetto multiforme e variabile della realtà fisica (nel 1901 sono delle mele mentre nel 1913 sono diverse relazioni fra orizzontali e verticali) con un’unità ideale (un cerchio nel 1901 ed un rettangolo nel 1913). Apri scheda.

 

A distanza di dodici anni la natura morta e la composizione astratta dicono in sostanza la stessa cosa: il pensiero tende a concentrare in sintesi la varietà del mondo fisico.
Liberandosi dall'aspetto particolare e contingente di cinque mele, un vaso ed un piatto, senza più indugiare sui dettagli, la composizione astratta evoca un più ampio spettro di realtà.
Scrive Mondrian: “Se desideriamo rappresentare in modo completo la natura, siamo costretti a cercare un’altra espressione plastica.
Ed è proprio per amore verso la natura e la realtà che evitiamo la sua apparenza naturale”
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Piet Mondrian, Apples, Ginger Pot and Plate on a Ledge, 1901