Piet Mondrian, Composition with Yellow, Red, Black, Blue and Gray, 1920 Piet MOndrian, Composition with Large Red Plane, Yellow, Black, Gray and Blue, 1921

Il campo quadrato bianco (1) si apre al colore e si moltiplica (2).

A: grande quadrato rosso.
B: più piccolo quadrato nero.
C: quadrato grigio chiaro segnato da un segmento orizzontale.
D: quadrato grigio scuro attraversato da un segmento verticale.
Cambiando aspetto, l'uno si apre al molteplice senza tuttavia perdersi.

  Piet Mondrian, Composition with Red, Blue, Black, Yellow and Gray, 1921  Piet Mondrian, Composition with Large Red Plane, Bluish-Gray, Yellow, Black and Blue, 1922 Piet Mondrian, Tableau 2, 1922 Piet Mondrian, Composition with Yellow, Blue and Blue-White, 1923

Noi parliamo di quadrati ma, come si è già detto, non si tratta di forme geometriche prederminate, bensì di un'estemporanea risultante nell'interazione fra pulsioni opposte che per un momento quasi si equivalgono per poi rifluire verso nuove ed imprevedibili prevalenze di orizzontali su verticali e viceversa.
Come dirà Mondrian, le rette neoplastiche attraversano la superficie della tela "senza smettere di continuare".
Le rette evocano un flusso dinamico che, incontrando rette opposte, genera un'eterogeneo insieme di scansioni le quali trovano un momento di quiete, equilibrio e sintesi in una o più proporzioni quadrate, di uno o più colori, che poi rifluiscono nella dinamica percorrenza delle rette.

Contemplando le composizioni in un'ottica esistenziale, diremo che le rette evocano il fluire inarrestabile della vita con le sue contraddizioni (orizzontali opposte a verticali) mentre il quadrato suggerisce il desiderio umano di frenare e stabilizzare quell'incessante divenire trovando equilibrio e sintesi fra pulsioni contrarie.
Le composizioni neoplastiche non sono mai solo un mero esercizio formale ma nascono dall’esigenza di rappresentare la vita nei suoi aspetti essenziali.

  Piet Mondrian, Composition with Red, Yellow and Blue, 1927 Piet Mondrian, Composition with Blue, Red and Yellow, 1930 Piet Mondrian, Composition 1 with Yellow and Light Gray, 1930 Piet Mondrian, Composition in Black and White II with Black Lines, 1930 Piet Mondrian, Lozenge with Four Lines, 1930 Piet Mondrian, Composition with Yellow, 1930 Piet Mondrian, Composition N. II with Blue and Yellow, 1930 Piet Mondrian, Composition N. I with Red and Blue, 1931 Piet Mondrian, Composition with Blue and Yellow, 1932 Piet Mondrian, Composition A with Red and Blue, 1932


In ognuna di queste opere la proporzione quadrata cambia in base al contesto in cui nasce. Ogni componente cambia ma tutte concorrono a generare una composizione dove i temporanei squilibri di ogni singola parte trovano la loro ragion d'essere in un dinamico equilibrio d'insieme che deve infine esprimere armonia.
Il gioco d'equilibrio non è solo della forma ma anche di pregevoli campiture di colore e di bianco che non sono mai piatte e quasi asettiche come purtroppo appare nelle riproduzioni.
Le superfici appaiono dipinte al momento suggerendo intuizione più che fredda elaborazione.

Per un verso il pittore apre e moltiplica la proporzione quadrata (2 - 6 - 8 - 9 - 14 - 15 - 16) e, per altro verso, tende a mantenerla una (3 - 5 - 7 - 11).

Prosegue dunque la dialettica fra uno e molteplice che abbiamo individuato fin dal 1901.

 

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1920

2

1921

   

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1921

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1922

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1922

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1927

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1930

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1930

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1930

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1930

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1931

14

1931

15

1932

16

1932

 

 

3: un unico grande quadrato sta in equilibrio instabile fra asimmetriche entità di proporzioni verticali ed orizzontali; di colore blu, giallo e rosso.
In basso, a sinistra, un piccolo quadrato nero controbilancia in modo dinamico il grande quadrato bianco.
4: un grande quadrato rosso è sollecitato da imprevedibili scansioni ed, anche qui, da asimmetrici accenti di giallo, blu e nero.
5: qui di nuovo vediamo un campo bianco di proporzioni quadrate che sta in equilibrio instabile tra misure, proporzioni e colori divergenti.
6: come già in 2, qui il parametro quadrato si moltiplica assumendo varie dimensioni, proporzioni e colori. Un grande quadrato resta aperto sul lato sinistro (A), uno più piccolo appare interamente chiuso ma leggermente più espanso in senso orizzontale (B); poi si apre verso l'alto (C) ed infine un quadrato è parte di un più grande rettangolo di colore blu (D). Incalzato da improvvisi squilibri fra le opposte direzioni e sollecitato dai diversi colori l'uno si moltiplica aprendosi al divenire.

 

7: la dominante verticale gialla viene controbilanciata da un’area orizzontale di colore blu; orizzontali e verticali raggiungono poi l’equivalenza
nella proporzione quadrata rossa che sta sotto alla retta orizzontale in alto; equivalenza che torna a sbilanciarsi in senso verticale se consideriamo l’intero campo rosso.
Una situazione di squilibrio (giallo) si controbilancia (blu) e raggiunge l’equilibrio (rosso) per poi tornare a squilibrarsi. Tutto ciò avviene intorno ad un grande quadrato bianco che sembra valere come una sorta di visione ideale o di equilibrio assoluto che le superfici di diverso colore realizzano in sequenza, vale a dire, in una successione temporale e quindi relativa.
La visione assoluta si manifesta con il bianco, colore che Mondrian identificava con lo spirituale. La visione relativa si genera attraverso i tre colori primari, che l'artista associava al naturale.
In questa prospettiva la composizione ci dice che lo spirito umano suggerisce visioni assolute che la natura umana consente di realizzare quasi sempre in modo parziale.
Anche qui vediamo il quadrato aprirsi al divenire. Lo spirituale (bianco) aprirsi al naturale (giallo, rosso, blu). Apri scheda.

 

Lungo tutto il corso degli anni Venti Mondrian lavora per aprire la sintesi unitaria al molteplice senza tuttavia perderla di vista.
8: il parametro quadrato si moltiplica ed appare una volta grande di colore rosso, poi si riduce di misura, cambia nelle proporzioni e si colora di blu mentre il piccolo accento di colore giallo contribuisce ad un asimmetrico equilibrio dell'insieme.
9: qui l'idea di quadrato appare sei volte diversa anche se le differenze sono talvolta minime. La composizione non va vista come un insieme di scansioni giustapposte, bensì come lo sviluppo dinamico di un parametro quadrato che, seppure impercettibilmente, cambia continuamente aspetto.
In queste opere vediamo anche che l'unità non si genera più in modo perentorio nel centro della composizione come avveniva fino al 1920.
In questo periodo la composizione si apre alla dinamica percorrenza delle rette che, nella loro ininterrotta continuità, evocano uno spazio virtualmente infinito.

 

Intorno al 1930 Mondrian riduce gli elementi della composizione fino a lasciare sulla tela tre o quattro linee nere (10 - 11).
La ben maggiore molteplicità di parti che si riscontra nelle composizioni realizzate fra il 1913 ed il 1919 si esprime ora con sottili, quasi impercettibili variazioni di spessore delle rette (9 - 10 - 11). In questo modo il pittore tenta di esprimere simultaneamente uno e molteplice.
Lo vediamo in 11 dove tutto si riduce ad un'unica proporzione quadrata che presenta lati di spessore diverso. Il quadrato è uno ma cambia aspetto di lato in lato. La composizione suggerisce un'unità intrinsecamente asimmetrica e mutevole. Seppure in modo quasi impercettibile l'uno è qui già di per sé molteplice.
Parallelamente a questo processo di riduzione in sintesi degli elementi compositivi, Mondrian lavora a composizioni in cui il l'unità quadrata si moltiplica assumendo colori, misure e proporzioni variabili (14 - 15 - 16),

 

In 14 vediamo un quadrato bianco definito da quattro linee nere (A), uno rosso di misure analoghe ma aperto sulla sinistra ed in basso (B), uno bianco più grande, leggermente verticale ed aperto questa volta sulla destra e verso l'alto (D), uno più piccolo di colore blu, leggermente più sviluppato in senso verticale (C).
È in verità il perimetro della tela a definire i quadrati come tali. Seguendo le rette, rosso e blu potrebbero infatti proseguire ben oltre il campo finito della tela lasciando al suo interno le suddette aree quadrate che perciò assumono dimensioni incerte rispetto al quadrato A chiuso e definito sui quattro lati.
Come si diceva, il centro della composizione, dove prima si generava un grande quadrato, vale a dire uno spazio finito, viene ora attraversato da due rette opposte che non smettono di continuare. Ad un segnale univoco di equilibrio e permanenza (il quadrato) subentra un segnale di contrasto dinamico che genera intorno a sé tutta una serie di equilibri probabili ma non del tutto certi.

     
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