Giova ricordare che quando si dice quadrato
si usa un’approssimazione. I quadrati neoplastici non sono mai veramente tali poiché è l'occhio e non le regole geometriche a decidere delle loro proporzioni.
Ogni tela presenta una proporzione quadrata diversa che soddisfa l'esigenza di equilibrio in quella particolare composizione e non in altre. Nello spazio neoplastico nulla vale in sé e per sé; ogni parte si definisce ed acquista significato in relazione alle altre parti.

 

3: Un grande quadrato rosso ed
un piccolo quadrato blu restano aperti su due lati.

È in verità il perimetro della tela a definire i quadrati come tali.

Seguendo le rette, rosso e blu proseguono oltre lo spazio finito del dipinto lasciando al suo interno delle aree quadrate di dimensioni incerte.

Il grande quadrato che si osserva in (1) si divide in (2),
si sdoppia in (3) e si moltiplica in (4).

 

Altre tele dello stesso periodo mostrano un diverso impianto (5 - 6 - 8)

Due rette perpendicolari attraversano il centro di queste tele generando quattro aree di proporzioni variabili ma non distanti dall'equivalenza, fra le quali tre restano aperte ed una (in basso a destra) si chiude assumendo le proporzioni di un quadrato
che è nuovamente definito da quattro lati.

Ad un perentorio grande quadrato chiuso che occupa il centro della composizione (1), subentra una retta verticale (2) e poi due rette perpendicolari (5 - 6 - 8).
Dove prima c'era un’entità finita (il quadrato) si osserva ora
uno spazio che, con le rette, non smette di continuare.

 

Prosegue il lavoro sulle tele a forma di losanga con l'elaborazione di nuove composizioni in cui l'artista mette a fuoco lo spessore delle rette. Anche questo un modo di esprimere una certa varietà molteplice pur conservando l'unità rappresentata dal quadrato.

 

Nelle tele di formato rettangolare l’unità evocata con la proporzione quadrata (1)
si compenetra con la percorrenza delle rette (2), si apre al colore (3 - 4 - 5) e si moltiplica (6 - 7 - 8).
In tutte queste opere l’uno si apre al molteplice.

Nelle losanghe Mondrian si concentra, invece, solo sul quadrato che assorbe in sé il molteplice mantenendosi sostanzialmente uno (9 - 10). 10 risolve in modo sublime la questione di fondo che ha guidato l’artista olandese fin dagli inizi della sua attività: evocare il molteplice in forma unitaria, ovvero, aprire l'uno, vale a dire, il postulato della coscienza,
all'aspetto mutevole della natura e dell'esistenza nel tempo senza tuttavia perderlo di vista.
Esprimere il divenire della vita in modo più stabile e costante senza atrofizzarlo in rigide forme geometriche.
Osservando 10, Mondrian si compiace contemplando un equilibrio dinamico
fra infinito e finito, molteplice ed uno, mutevole e più costante.

 

1

Composizione con Rosso, Giallo e Blu, 1927, Olio su Tela, cm. 51,1 x 51,1

 

2

Tableau con Rosso, Blu e Giallo, 1928, cm. 80 x 123

3

Composizione con Rosso, Blu e Giallo, 1930, Olio su Tela, cm. 46 x 46

4

Composizione I con Giallo e Grigio Chiaro, 1930, Olio su Tela, cm. 50,5 x 50,5

5

Composizione con Giallo, 1930, Olio su Tela, cm. 46 x 46,5

 

6

Composizione I con Rosso e Blu, 1931, Olio su Tela, cm. 50,5 x 50,5

7

Composizione con Blu e Giallo, 1932, Olio su Tela, cm. 45,4 x 45,4

8

Composizione A con Rosso e Blu, 1932, Olio su Tela, cm. 55 x 55

 

9

Composizione N. I / Losanga con Quattro Linee, 1930, Olio su Tela, Diagonale cm. 107

10

Losanga con Quattro Linee Gialle, 1933, Olio su Tela, Diagonale cm. 112,9

 

2: Tre aree di diverso colore si differenziano anche nelle proporzioni. Un rettangolo orizzontale (giallo) diventa verticale (blu) e raggiunge proporzioni più vicine all’equivalenza nel rosso.
Le opposte direzioni generano situazioni diverse e complementari che si riassumono in una grande proporzione quadrata che si intravede fra le due rette orizzontali. Qui orizzontali e verticali raggiungono la sintesi ma, sul piano del colore, l’unità assoluta del bianco già si “contamina” di blu. La sintesi di un grande quadrato bianco (1) non fa ora in tempo a manifestarsi
che già si apre al relativo (blu). Il quadrato appare conteso fra il rettangolo blu che, dall'interno,
lo sposta verso destra ed i rettangoli giallo e rosso che, dall'esterno, lo richiamano verso sinistra.
Anche questo, un modo per sbilanciare il quadrato aprendo l’uno all’incerto divenire del molteplice.
 

 

4: Sei aree quadrate si distinguono le une dalle altre in virtù di sottili variazioni di misura, proporzioni e colore.

L’uno (proporzione quadrata) si apre al molteplice (sei diversi quadrati) ed il molteplice rimanda all’uno.

Le leggere, talvolta quasi impercettibili differenze fra le parti dilatano i tempi della percezione incrementando l’impressione di una realtà mutevole che si svela in modo essenziale.

In questo periodo l'artista riduce le parti lavorando spesso con bianco, nero e piccoli accenti di colore (4 - 5 - 9).

 

6: dalla relazione dinamica fra opposte entità (rette) nascono delle proporzioni più stabili (quadrati) che una volta sono bianche
ed appaiono in forma chiusa e precisa (1), una volta sono rosse, di proporzioni leggermente diverse (2), poi tornano bianche ma
cambiano misura e proporzione (3), si colorano ora di blu (4) riaprendosi alla dinamica ed infinita percorrenza delle rette.

I piccoli accenti di colore che si materializzano sulla destra di 5 - 6 - 8 distolgono dal centro generando un dinamico ed asimmetrico bilanciamento delle parti. Il gioco d'equilibrio non è solo della forma ma anche della materia cromatica la quale cambia attraverso leggere variazioni tonali che sono spesso la risultante di un laborioso processo di affinamento in corso d’opera. Nulla è deciso preventivamente.
Le superfici sembrano dipinte al momento seguendo l’emozione più che una fredda e distaccata elaborazione.
Preziose sono le campiture di rosso e di bianco che non è mai piatto come appare nelle riproduzioni.

 

7: La composizione non va vista come un insieme di aree diverse fra loro giustapposte, bensì come lo sviluppo dinamico di una proporzione quadrata che cambia continuamente aspetto.

Lo stesso accade in 8 dove vediamo tre quadrati bianchi di cui uno è chiuso e due restano aperti in modo complementare. Mentre osserviamo la sintesi di un quadrato, le rette proseguono oltre invitandoci a contemplare anche tutte le situazioni che precedono e seguono il momento dell’equivalenza.

Queste opere sembrano volerci dire che non v’è nulla di più diverso di entità che appaiono quasi eguali.

 

9: Tre delle quattro rette che generano un quadrato s’incontrano sul bordo della tela mentre la quarta, in alto, incontra le altre rette in punti immaginari che stanno oltre il dipinto. Partendo dalla verticale destra e procedendo in senso orario, vediamo crescere lo spessore delle rette.
Mentre contempliamo il quadrato, esso cambia di lato in lato, uscendo dal nostro campo visivo. In tutte le altre composizioni le rette si attraversano manifestando una netta reciproca opposizione; qui gli opposti sembrano, invece, conciliarsi ed unirsi nella sintesi di un quadrato che, a sua volta, si apre ad una relativa pluralità (gli spessori diversi delle rette). Spazio finito (unità quadrata) e spazio infinito (rette molteplici) tendono qui a coincidere.

 

 

10: Questa opera costituisce un punto di arrivo ed allo stesso tempo l'inizio di dell'ultima fase
che concluderà il processo di evoluzione fin qui osservato. Apri scheda.

 

Mondrian si compiace ma vede anche che manca ora tutta la complessità che l'occhio quotidianamente percepisce intorno a sé; quell'aspetto multiforme e ricco di colore a suo tempo evocato con le dune e con gli alberi, con il molo ed oceano e con le scacchiere; varietà alla quale l'artista è sempre stato molto sensibile.

Nel 1933 il “naturale” si è interiorizzato nelle sintetiche forme dello spirito; lo spazio fisico del mondo sembra esprimersi in modo troppo mentale. 10 può essere considerata come un punto d'arrivo ma, allo stesso tempo, come in altri momenti del percorso artistico dell’olandese, quest'opera rappresenta
un nuovo inizio che esamineremo nella prossima scheda.

 
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