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Giova ricordare che quando si dice quadrato |
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3: Un grande quadrato rosso ed È in verità il perimetro della tela a definire i quadrati come tali. Seguendo le rette, rosso e blu proseguono oltre lo spazio finito del dipinto lasciando al suo interno delle aree quadrate di dimensioni incerte. Il grande quadrato che si osserva in (1) si divide in (2), |
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Altre tele dello stesso periodo mostrano un diverso impianto (5 - 6 - 8) Due rette perpendicolari attraversano il centro di queste tele generando quattro aree di proporzioni variabili ma non distanti dall'equivalenza, fra le quali tre restano aperte ed una (in basso a destra) si chiude assumendo le proporzioni di un quadrato Ad un perentorio grande quadrato chiuso che occupa il centro della composizione (1), subentra una retta verticale (2) e poi due rette perpendicolari (5 - 6 - 8). |
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Prosegue il lavoro sulle tele a forma di losanga con l'elaborazione di nuove composizioni in cui l'artista mette a fuoco lo spessore delle rette. Anche questo un modo di esprimere una certa varietà molteplice pur conservando l'unità rappresentata dal quadrato. |
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Nelle tele di formato rettangolare l’unità evocata con la proporzione quadrata (1) Nelle losanghe Mondrian si concentra, invece, solo sul quadrato che assorbe in sé il molteplice mantenendosi sostanzialmente uno (9 - 10). 10 risolve in modo sublime la questione di fondo che ha guidato l’artista olandese fin dagli inizi della sua attività: evocare il molteplice in forma unitaria, ovvero, aprire l'uno, vale a dire, il postulato della coscienza, |
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1 |
Composizione con Rosso, Giallo e Blu, 1927, Olio su Tela, cm. 51,1 x 51,1 |
2 |
Tableau con Rosso, Blu e Giallo, 1928, cm. 80 x 123 |
3 |
Composizione con Rosso, Blu e Giallo, 1930, Olio su Tela, cm. 46 x 46 |
4 |
Composizione I con Giallo e Grigio Chiaro, 1930, Olio su Tela, cm. 50,5 x 50,5 |
5 |
Composizione con Giallo, 1930, Olio su Tela, cm. 46 x 46,5 |
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6 |
Composizione I con Rosso e Blu, 1931, Olio su Tela, cm. 50,5 x 50,5 |
7 |
Composizione con Blu e Giallo, 1932, Olio su Tela, cm. 45,4 x 45,4 |
8 |
Composizione A con Rosso e Blu, 1932, Olio su Tela, cm. 55 x 55 |
9 |
Composizione N. I / Losanga con Quattro Linee, 1930, Olio su Tela, Diagonale cm. 107 |
10 |
Losanga con Quattro Linee Gialle, 1933, Olio su Tela, Diagonale cm. 112,9 |
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2: Tre aree di diverso colore si differenziano anche nelle proporzioni. Un rettangolo orizzontale (giallo) diventa verticale (blu) e raggiunge proporzioni più vicine all’equivalenza nel rosso. Le opposte direzioni generano situazioni diverse e complementari che si riassumono in una grande proporzione quadrata che si intravede fra le due rette orizzontali. Qui orizzontali e verticali raggiungono la sintesi ma, sul piano del colore, l’unità assoluta del bianco già si “contamina” di blu. La sintesi di un grande quadrato bianco (1) non fa ora in tempo a manifestarsi che già si apre al relativo (blu). Il quadrato appare conteso fra il rettangolo blu che, dall'interno, lo sposta verso destra ed i rettangoli giallo e rosso che, dall'esterno, lo richiamano verso sinistra. Anche questo, un modo per sbilanciare il quadrato aprendo l’uno all’incerto divenire del molteplice. |
4: Sei aree quadrate si distinguono le une dalle altre in virtù di sottili variazioni di misura, proporzioni e colore. L’uno (proporzione quadrata) si apre al molteplice (sei diversi quadrati) ed il molteplice rimanda all’uno. Le leggere, talvolta quasi impercettibili differenze fra le parti dilatano i tempi della percezione incrementando l’impressione di una realtà mutevole che si svela in modo essenziale. In questo periodo l'artista riduce le parti lavorando spesso con bianco, nero e piccoli accenti di colore (4 - 5 - 9). |
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6: dalla relazione dinamica fra opposte entità (rette) nascono delle proporzioni più stabili (quadrati) che una volta sono bianche I piccoli accenti di colore che si materializzano sulla destra di 5 - 6 - 8 distolgono dal centro generando un dinamico ed asimmetrico bilanciamento delle parti. Il gioco d'equilibrio non è solo della forma ma anche della materia cromatica la quale cambia attraverso leggere variazioni tonali che sono spesso la risultante di un laborioso processo di affinamento in corso d’opera. Nulla è deciso preventivamente. |
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7: La composizione non va vista come un insieme di aree diverse fra loro giustapposte, bensì come lo sviluppo dinamico di una proporzione quadrata che cambia continuamente aspetto. Lo stesso accade in 8 dove vediamo tre quadrati bianchi di cui uno è chiuso e due restano aperti in modo complementare. Mentre osserviamo la sintesi di un quadrato, le rette proseguono oltre invitandoci a contemplare anche tutte le situazioni che precedono e seguono il momento dell’equivalenza. Queste opere sembrano volerci dire che non v’è nulla di più diverso di entità che appaiono quasi eguali. |
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9: Tre delle quattro rette che generano un quadrato s’incontrano sul bordo della tela mentre la quarta, in alto, incontra le altre rette in punti immaginari che stanno oltre il dipinto. Partendo dalla verticale destra e procedendo in senso orario, vediamo crescere lo spessore delle rette. |
10: Questa opera costituisce un punto di arrivo ed allo stesso tempo l'inizio di dell'ultima fase |
Mondrian si compiace ma vede anche che manca ora tutta la complessità che l'occhio quotidianamente percepisce intorno a sé; quell'aspetto multiforme e ricco di colore a suo tempo evocato con le dune e con gli alberi, con il molo ed oceano e con le scacchiere; varietà alla quale l'artista è sempre stato molto sensibile. Nel 1933 il “naturale” si è interiorizzato nelle sintetiche forme dello spirito; lo spazio fisico del mondo sembra esprimersi in modo troppo mentale. 10 può essere considerata come un punto d'arrivo ma, allo stesso tempo, come in altri momenti del percorso artistico dell’olandese, quest'opera rappresenta |