Abbiamo fin qui visto come dai primi dipinti naturalisti si sviluppi una fase espressionista che mette in evidenza
una relazione fra l'estensione orizzontale della natura e la concentrazione in senso verticale dell'artificio umano.
Le opposte direzioni trovano una prima sintesi nella figura di un albero che poi, attraverso l'ottica cubista, diventa uno spazio astratto dove tutto cambia mentre un rettangolo nel centro evoca qualche cosa di più costante e duraturo.

Vedremo ora come quel rettangolo diventi una proporzione quadrata che anche qui si evidenzia nel centro per poi dissolversi verso l'alto. Vedremo anche perché questa nuova sintesi risulti più consona alla visione dell'artista.

 

Nel 1914 Mondrian si reca in Olanda e lo scoppio della guerra lo costringe a restarvi.
Dopo due anni trascorsi a Parigi, il pittore torna dunque a confrontarsi con i luoghi da cui era iniziato il suo percorso lavorativo; in particolare con il tema del mare.

Con questa nuova serie di opere si ripropone in forma astratta la relazione fra
l'estensione orizzontale dei paesaggi naturali e lo sviluppo verticale delle costruzioni umane che Mondrian aveva già evidenziato fra il 1908 ed il 1911 durante la fase espressionista.

Mondrian riparte dunque da un paesaggio del mare (1)

 

Nella serie del Molo e Oceano il pittore genera un'interazione tra l'estensione orizzontale del mare
e la pulsione verticale del molo.

Ciò ricorda la struttura dell'albero.

 

L’orizzonte infinito del mare (1) diventa una fascia orizzontale (2) la quale,
richiamata dalla verticale del molo, assume nella zona centrale in alto una forma quadrangolare (3) che si trasforma in una serie di proporzioni quadrate fra le quali una, più grande, emerge nel centro (4) per poi confluire in un unico quadrato che presenta
il più equilibrato dei rapporti possibili fra orizzontali e verticali (5).

Fino alla versione N. 4 si notano ancora delle linee oblique mentre nella versione N. 5 tutti i segni rispondono solo ed esclusivamente al rapporto perpendicolare che d’ora in avanti costituirà un postulato fondamentale del nuovo spazio.

 

La proporzione quadrata non è una forma geometrica precostituita, bensì la risultante di forze contrarie che interagiscono in mille modi diversi, raggiungono per un momento l'equilibrio e la sintesi (il quadrato nel centro) che si confonde con i più incerti quadrati circostanti i quali si dissolvono poi nuovamente nel mare di alternanze fra orizzontali e verticali. La nostra esistenza è caratterizzata da una continua ricerca di equilibrio e sintesi fra le opposte pulsioni degli istinti naturali e delle istanze razionali e spirituali. Tali equilibri talvolta riescono ma noi sappiamo quanto instabili essi siano nel tempo.

 

Che si tratti di un albero o del mare, ciò che davvero conta è la struttura reale e concreta della superficie pittorica che in questa fase diventa un'entità viva che, nelle forme congeniali allo spirito umano, prende a vivere di vita propria.

Il processo di astrazione non è solo funzionale ad evocare una struttura comune a tutte le cose.

Come rappresentare simultaneamente lo spazio interiore e quello esterno se non astraendo?

 

 

 

Molo e Oceano 5, 1915, Carboncino, Inchiosto e Gouache
su Carta, cm. 87,9 x 111,7

 

1

Mare (Blocco Schizzi 1, Domburg), 1914, Matita su Carta, cm. 11,4 x 15,8

Fig. A

 

2

Molo e Oceano 2, 1914, Carboncino e Guazzo su Carta, cm. 50 x 62,6

3

Molo e Oceano 3, 1914, Carboncino su Carta, cm. 50,5 x 63

4

Molo e Oceano 4, 1914, Carboncino su Carta, cm. 50,2 x 62,8

5

Molo e Oceano 5, 1915, Carboncino, Inchiosto e Gouache su Carta, cm. 87,9 x 111,7

 

 

L'artista rivolge poi lo sguardo ad un molo lungo la costa (Fig. A) che gli appare come una
pulsione verticale che si compenetra con il flusso orizzontale del mare. Da qui si sviluppano opere che prenderanno il nome di Molo e Oceano (2 - 3 - 4). Si tratta di disegni su carta, a matita e/o carboncino con aggiunta di gouache.

Il molo equivale alle verticali dei fari, dei mulini e dei campanili del periodo espressionista.
Come quelli, anche il molo è un elemento artificiale costruito con materia sottratta alla natura.
Natura trasformata in non-natura che serve per soddisfare le esigenze della vita umana.
Il molo è un elemento statico e solido che si contrappone al mutevole aspetto del mare.

 

Il quadrato non è una forma geometrica predefinita, bensì la risultante
di forze contrarie che interagiscono in mille modi diversi, raggiungono per un momento l'equilibrio e la sintesi (il quadrato nel centro) per poi riaprirsi agli incerti quadrati circostanti i quali si dissolvono nuovamente nel mare di
alternanze fra orizzontali e verticali.

In una forma più o meno evidente Mondrian continua qui ad usare un ovale che, tuttavia, trova qui una soddisfacente alternativa nella proporzione quadrata che funge da sintesi che si genera dall'interno della composizione (4).
Il quadrato del 1914 equivale al tronco dell'albero.

 

Il rettangolo del 1913 ed il quadrato del 1914 sono dunque modelli di equilibrio degli opposti. Tutti gli altri segni si avvicinano invece, ora più ed ora meno, a quella situazione di equilibrio ideale esprimendo con ciò la vita in tutto il suo incerto divenire. Apri scheda.

la proporzione quadrata dove per un momento orizzontale e verticale si equivalgono, la dualità si annulla e l‘unità invocata dallo spirito umano prevale).

Il quadrato equivale al tronco dell'albero. Apri scheda.

 

 


Nella proporzione quadrata si contempla un modello ideale di sintesi e conciliazione degli opposti mentre tutti gli altri segni si avvicinano, ora più ed ora meno, a quelle situazioni di equilibrio ideale esprimendo così la vita in tutto il suo incerto divenire.

 

     
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